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PESCARA - Giovedì prossimo il Consiglio di Stato, sezione quinta, si pronuncerà sull’istanza di sospensione della sentenza del Tar che ha parzialmente annullato il risultato delle Comunali 2024. Potrebbe essere la decisione chiave per sciogliere il nodo politico-giudiziario dell’estate e capire se i pescaresi dovranno tornare alle urne già il 24 e 25 agosto, con ballottaggio il 7 e 8 settembre, per rivotare in 27 sezioni su 170.
Attesa per la sospensiva
In vista dell’udienza di merito fissata per il 18 dicembre, il verdetto atteso giovedì potrebbe accogliere una delle tre richieste di sospensiva presentate da centrodestra, centrosinistra e Comune. Sebbene le motivazioni siano diverse, tutte sottolineano l’urgenza di evitare un ritorno anticipato alle urne. Il ricorso del sindaco Masci e della Giunta, invece, non include la richiesta di sospensiva.
Se il Consiglio di Stato dovesse accogliere una delle istanze, Masci e la sua amministrazione tornerebbero pienamente in carica fino a dicembre. In caso contrario, si aprirebbe ufficialmente la campagna elettorale estiva.
Cinque scenari per il futuro
Con l’udienza di merito fissata a fine anno, si delineano cinque possibili esiti:
Voto parziale a marzo 2026: se sarà confermata la sentenza del Tar, si tornerà al voto solo nelle 27 sezioni contestate.
Voto ridotto: accoglimento parziale del ricorso del centrodestra, con il riconoscimento di errori formali, riducendo il numero di sezioni coinvolte.
Voto esteso: accoglimento parziale del centrosinistra, con riconoscimento di irregolarità più diffuse, estendendo il voto a più di 27 sezioni.
Nuove elezioni complete tra aprile e giugno 2026: se verrà accolto l’appello del centrosinistra guidato da Carlo Costantini, l’intero voto 2024 sarà annullato e si dovrà ripetere in tutte le 170 sezioni.
Nessun ritorno al voto: se il Consiglio di Stato accoglierà integralmente il ricorso del sindaco Masci, la tornata elettorale sarà pienamente convalidata e l’attuale amministrazione resterà in carica fino alla fine del mandato.