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PESCARA – È stato un «problema acuto agli annessi materni» a causare la morte del piccolo Francesco, venuto alla luce senza vita lo scorso 10 settembre all’ospedale di Pescara. È questa la prima risposta emersa dall’autopsia eseguita ieri mattina dal professor Cristian D’Ovidio, alla quale ha preso parte anche il dottor Pietro Falco, consulente nominato dalla famiglia.
I genitori, una coppia di Atessa assistita dall’avvocato Italo Colaneri, hanno trovato la forza di rivolgersi alla giustizia. L’inchiesta, aperta dalla Procura, vede al momento indagati un medico e un’ostetrica con l’accusa di omicidio colposo.

L’autopsia e i primi risultati

Secondo i primi accertamenti, il decesso del neonato sarebbe legato a una complicanza rara ma possibile durante il parto, e non a malformazioni o problemi diretti del piccolo. Durante l’esame sono stati prelevati campioni biologici che saranno analizzati il 22 settembre. È stato coinvolto anche il professor Greco Pantaleo, ginecologo e docente all’Università di Ferrara. Per la consegna della relazione completa ci sono 60 giorni di tempo.

Gli accertamenti sull’équipe medica

Stabilita la causa immediata della morte, resta ora da chiarire se l’équipe sanitaria abbia fatto tutto il possibile per gestire la situazione e se vi siano state negligenze o errori professionali. La salma del piccolo Francesco si trova ancora all’obitorio di Pescara sotto disposizione dell’autorità giudiziaria.

Il racconto del parto

Il padre ha denunciato che la coppia era entrata in ospedale con la prospettiva di un parto naturale, dopo controlli che non avevano segnalato complicazioni. Il travaglio, però, si è prolungato oltre le previsioni. La madre, stremata dalla fatica, non ha visto presa in considerazione l’ipotesi di un cesareo. Poco prima della mezzanotte, Francesco è nato, ma quel primo vagito tanto atteso non è mai arrivato.

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