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PESCARA. Una nota firmata dal procuratore capo Giuseppe Bellelli fa luce sulle cause della morte di Riccardo Zappone, il trentenne deceduto a Pescara lo scorso 3 giugno dopo un intervento delle forze dell’ordine durante il quale era stato utilizzato un taser.
Secondo quanto comunicato dalla Procura della Repubblica, l’autopsia condotta dal professor Cristian D’Ovidio, medico legale e consulente tecnico del pubblico ministero, ha stabilito che il decesso è stato provocato da una “sommersione interna emorragica da trauma toracico chiuso”. L’utilizzo del taser da parte degli agenti, secondo il medico legale, non ha avuto alcun ruolo determinante nella morte di Zappone.
Gli accertamenti proseguiranno con ulteriori esami tossicologici e istologici sui campioni prelevati durante l’autopsia.
Le indagini, tuttora in corso, mirano a chiarire ogni dettaglio relativo alla dinamica dei fatti e a individuare eventuali responsabilità legate alla morte di Zappone, definito dalla Procura come "vittima in condizione di particolare vulnerabilità".
Secondo quanto comunicato dalla Procura della Repubblica, l’autopsia condotta dal professor Cristian D’Ovidio, medico legale e consulente tecnico del pubblico ministero, ha stabilito che il decesso è stato provocato da una “sommersione interna emorragica da trauma toracico chiuso”. L’utilizzo del taser da parte degli agenti, secondo il medico legale, non ha avuto alcun ruolo determinante nella morte di Zappone.
Gli accertamenti proseguiranno con ulteriori esami tossicologici e istologici sui campioni prelevati durante l’autopsia.
Le indagini, tuttora in corso, mirano a chiarire ogni dettaglio relativo alla dinamica dei fatti e a individuare eventuali responsabilità legate alla morte di Zappone, definito dalla Procura come "vittima in condizione di particolare vulnerabilità".