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Alle prime luci dell’alba di giovedì 12 giugno, i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 12 individui coinvolti in un’operazione di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Gli arrestati sono accusati di far parte di un’associazione criminale dedita alla produzione, al traffico e alla detenzione illecita di droghe.

Le operazioni sono state condotte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Pescara, sotto la direzione della Procura della Repubblica di L’Aquila e della Direzione Distrettuale Antimafia. L’indagine, avviata a gennaio 2024, è un seguito dell’operazione "Kirivò" che aveva portato alla luce legami con organizzazioni mafiose e il traffico di stupefacenti e estorsioni da parte di gruppi etnici rom, principalmente attivi nel quartiere Villa del Fuoco e nelle zone limitrofe, come il “Ferro di Cavallo”.

L’inchiesta ha permesso di scoprire un’importante rete criminale, composta per la maggior parte da albanesi, che gestiva un vasto traffico di droga tra Abruzzo e altre regioni italiane. La base operativa principale si trovava tra Montesilvano e Città Sant’Angelo, ma l’organizzazione aveva diramazioni anche in Lombardia, principalmente nelle province di Milano, Brescia e Varese. Gli indagati erano impegnati nell’acquisto, nella produzione e nella distribuzione di ingenti quantitativi di cocaina, marijuana, eroina e “amnesia”, avvalendosi anche di corrieri per il trasporto delle sostanze.

Il Sviluppo dell’Indagine

Grazie a complesse attività investigative, i Carabinieri hanno ricostruito il funzionamento dell’organizzazione criminale, che intratteneva stretti legami con altre bande locali, come quella attiva nel quartiere Rancitelli di Pescara, composta anch’essa da soggetti di etnia rom. Gli arrestati commercializzavano le sostanze stupefacenti nel territorio di Pescara e Montesilvano, e coltivavano marijuana in un capannone a Piadena Drizzona (CR), trasformato in una vera e propria serra.

Le indagini hanno inoltre documentato come gli indagati, per sfuggire ai controlli, utilizzassero sofisticati sistemi di comunicazione criptata e sim card intestate a soggetti estranei, utilizzando messaggistiche protette e codificate. A volte, per evitare intercettazioni, i membri della banda si comunicavano tramite gesti o immagini mostrate sui dispositivi mobili.

Nel corso delle operazioni, sono stati sequestrati 421 chilogrammi di marijuana e 2 chilogrammi di cocaina, segno della grande organizzazione e capacità logistica del gruppo.

L’Operazione e la Continuità dell’Attività Investigativa

L’operazione condotta dai Carabinieri dimostra l’impegno costante delle forze dell’ordine e della magistratura nella lotta contro il traffico di droga. Nonostante gli arresti, il procedimento è ancora nelle fasi preliminari, e la colpevolezza degli arrestati dovrà essere accertata durante il processo, garantendo il giusto contraddittorio tra le parti coinvolte.

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