Condividi:
PESCARA. Aveva nascosto una microcamera nel bagno delle colleghe, all’interno della caserma: un carabiniere forestale è ora sotto accusa per interferenze illecite nella vita privata, oltre che per falso e manomissione del corpo del reato. Il pubblico ministero Fabiana Rapino ha chiesto il rinvio a giudizio.
Il militare, attualmente ricoverato in ospedale militare in attesa delle decisioni del gup e – presumibilmente – del tribunale militare, aveva installato una Go-Pro funzionante, fissata con nastro adesivo sotto un armadietto, con l’obiettivo puntato verso i sanitari del bagno femminile. L’apparecchio è stato scoperto da una collega, che, insospettita, l’ha mostrato a un altro militare, ritenuto esperto di informatica. Solo allora ha scoperto che si trattava di una telecamera.
Il dettaglio più inquietante? Secondo la procura, proprio quel collega al quale si era rivolta sarebbe l’autore del gesto. E proprio in quel momento, approfittando della fiducia, avrebbe rimosso e fatto sparire la scheda di memoria, cercando di alterare le prove.
Non solo: nella relazione di servizio del 25 maggio 2024, il militare avrebbe scritto falsamente che la telecamera fosse priva di scheda. Accuse pesanti, aggravate dalla conferma, durante la perquisizione, del ritrovamento di file informatici – non girati in caserma – ma comunque utili alle indagini.
L’episodio ha scioccato l’intero reparto e resta ora nelle mani della giustizia.
Il militare, attualmente ricoverato in ospedale militare in attesa delle decisioni del gup e – presumibilmente – del tribunale militare, aveva installato una Go-Pro funzionante, fissata con nastro adesivo sotto un armadietto, con l’obiettivo puntato verso i sanitari del bagno femminile. L’apparecchio è stato scoperto da una collega, che, insospettita, l’ha mostrato a un altro militare, ritenuto esperto di informatica. Solo allora ha scoperto che si trattava di una telecamera.
Il dettaglio più inquietante? Secondo la procura, proprio quel collega al quale si era rivolta sarebbe l’autore del gesto. E proprio in quel momento, approfittando della fiducia, avrebbe rimosso e fatto sparire la scheda di memoria, cercando di alterare le prove.
Non solo: nella relazione di servizio del 25 maggio 2024, il militare avrebbe scritto falsamente che la telecamera fosse priva di scheda. Accuse pesanti, aggravate dalla conferma, durante la perquisizione, del ritrovamento di file informatici – non girati in caserma – ma comunque utili alle indagini.
L’episodio ha scioccato l’intero reparto e resta ora nelle mani della giustizia.