Condividi:
È stato ufficialmente approvato il Piano di emergenza della diga di Alanno, uno strumento fondamentale che disciplina a livello comunale e intercomunale le azioni di protezione civile da attuare in caso di allerta, con particolare riferimento a situazioni di piena che, senza un coordinamento efficace, potrebbero portare persino — sebbene in via ipotetica — al cedimento dello sbarramento.
A darne notizia è il vicepresidente della Giunta regionale, Emanuele Imprudente, in qualità di Autorità regionale di protezione civile, che ha firmato il decreto di adozione del Piano di emergenza (Ped) dell’infrastruttura situata nel territorio pescarese.
«Un provvedimento importante — sottolinea Imprudente — per garantire la sicurezza di tutti i cittadini anche nei momenti più critici, che mi auguro non si verifichino mai.»
L’adozione del Piano risponde alla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2014, che fornisce indicazioni operative per l’attività di protezione civile nei bacini in cui siano presenti grandi dighe.
Il documento definisce in dettaglio un modello d’intervento per supportare la pianificazione comunale e intercomunale, specificando le fasi di allertamento e coordinando le azioni dei soggetti istituzionali coinvolti. L’obiettivo è quello di gestire in modo tempestivo e organizzato ogni potenziale rischio legato alla propagazione di onde di piena, generate sia da manovre tecniche sugli organi di scarico, sia — in scenari estremi — da un possibile collasso della diga.
A darne notizia è il vicepresidente della Giunta regionale, Emanuele Imprudente, in qualità di Autorità regionale di protezione civile, che ha firmato il decreto di adozione del Piano di emergenza (Ped) dell’infrastruttura situata nel territorio pescarese.
«Un provvedimento importante — sottolinea Imprudente — per garantire la sicurezza di tutti i cittadini anche nei momenti più critici, che mi auguro non si verifichino mai.»
L’adozione del Piano risponde alla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2014, che fornisce indicazioni operative per l’attività di protezione civile nei bacini in cui siano presenti grandi dighe.
Il documento definisce in dettaglio un modello d’intervento per supportare la pianificazione comunale e intercomunale, specificando le fasi di allertamento e coordinando le azioni dei soggetti istituzionali coinvolti. L’obiettivo è quello di gestire in modo tempestivo e organizzato ogni potenziale rischio legato alla propagazione di onde di piena, generate sia da manovre tecniche sugli organi di scarico, sia — in scenari estremi — da un possibile collasso della diga.