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PESCARA. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha accolto parzialmente il ricorso presentato contro l’esito del voto, disponendo l’annullamento delle operazioni elettorali in 27 sezioni dove sono state riscontrate le irregolarità più gravi. Di conseguenza, è stata invalidata la proclamazione degli eletti, sia per la carica di sindaco che per il consiglio comunale, imponendo la ripetizione del procedimento elettorale limitatamente alle sezioni coinvolte.

Nel dispositivo, i giudici hanno parlato di “vizi che trascendono aspetti meramente formali” e di “numerosissime irregolarità”, tanto da compromettere la certezza sull’autenticità e l’affidabilità del risultato elettorale. Gli atti sono stati inoltre trasmessi alla Procura della Repubblica per eventuali accertamenti penali.

Nel frattempo, il Comune di Pescara entra in una fase di amministrazione transitoria, simile a quella del cosiddetto “periodo bianco” che precede le elezioni, durante la quale gli attuali organi elettivi – pur decaduti – mantengono la possibilità di operare esclusivamente per l’ordinaria amministrazione e per atti urgenti e indifferibili, fino alla nuova proclamazione.

La questione è stata al centro di una riunione tra gli esponenti della maggioranza, mentre si valuta la possibilità di ricorrere al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR.

In attesa degli sviluppi giudiziari e amministrativi, le attività del Consiglio comunale sono state sospese, con l’eccezione delle sedute su questioni urgenti e delle commissioni legate al progetto di “Nuova Pescara” – la futura città metropolitana nata dalla fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore, prevista per il 2027 – in quanto coinvolgono anche altri due Comuni.

Resta confermata la validità di tutte le delibere già approvate e di tutti gli atti che hanno prodotto effetti giuridici verso terzi, i quali non subiranno modifiche.
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