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Un messaggio, poi una telefonata. Anzi, più di una. Così, in meno di 45 minuti, un architetto e docente di Pescara, si è ritrovato con il conto svuotato: 4.500 euro sottratti con una truffa ben congegnata. Esperto di tecnologia, abituato a gestire tutto digitalmente, l’uomo non immaginava che dei criminali potessero agire con una tale precisione.
Tutto è cominciato con un SMS apparentemente inviato dalla sua banca, identico a quelli ricevuti in passato per segnalare operazioni bancarie. L’uomo compone il numero indicato. Dall’altro capo risponde una voce rassicurante, professionale, priva di inflessioni dialettali. L’interlocutore conosce ogni dettaglio del sistema bancario in uso e lo guida attraverso una serie di passaggi apparentemente di verifica, tra cui la simulazione di un bonifico sul sito ufficiale della banca.
Nonostante l’apparenza, qualcosa non torna. L’uomo si insospettisce: «Mi sembrava strano che un’assistenza clienti mi chiamasse da un cellulare e mi chiedesse certe operazioni. Ho chiesto di essere richiamato da un numero ufficiale». Poco dopo, arriva la chiamata: il numero corrisponde esattamente a quello riportato sulla sua carta bancaria. «Mi hanno detto: “Controlli, è lo stesso numero. Può fidarsi”», racconta. E così, con la guardia ormai abbassata, inizia la truffa vera e propria.
Il finto operatore lo convince a effettuare tre bonifici consecutivi: 1.500 euro ciascuno, promettendogli che si trattava solo di test e che ogni operazione sarebbe stata verificata e poi annullata. Arriva anche un SMS – falso, ma convincente – che conferma la “simulazione”.
Ma quando chiama il vero numero della sua banca, scopre l’amara verità: i bonifici sono stati realmente eseguiti. Sebbene non immediati, i trasferimenti erano già andati a buon fine. «Tutto era calcolato: l’orario, la sequenza, persino il fatto che fosse troppo tardi per intervenire. Al mattino, i soldi erano spariti», conclude amareggiato.
Una truffa orchestrata con metodi sempre più sofisticati, contro cui neppure gli utenti esperti sembrano al sicuro.
Tutto è cominciato con un SMS apparentemente inviato dalla sua banca, identico a quelli ricevuti in passato per segnalare operazioni bancarie. L’uomo compone il numero indicato. Dall’altro capo risponde una voce rassicurante, professionale, priva di inflessioni dialettali. L’interlocutore conosce ogni dettaglio del sistema bancario in uso e lo guida attraverso una serie di passaggi apparentemente di verifica, tra cui la simulazione di un bonifico sul sito ufficiale della banca.
Nonostante l’apparenza, qualcosa non torna. L’uomo si insospettisce: «Mi sembrava strano che un’assistenza clienti mi chiamasse da un cellulare e mi chiedesse certe operazioni. Ho chiesto di essere richiamato da un numero ufficiale». Poco dopo, arriva la chiamata: il numero corrisponde esattamente a quello riportato sulla sua carta bancaria. «Mi hanno detto: “Controlli, è lo stesso numero. Può fidarsi”», racconta. E così, con la guardia ormai abbassata, inizia la truffa vera e propria.
Il finto operatore lo convince a effettuare tre bonifici consecutivi: 1.500 euro ciascuno, promettendogli che si trattava solo di test e che ogni operazione sarebbe stata verificata e poi annullata. Arriva anche un SMS – falso, ma convincente – che conferma la “simulazione”.
Ma quando chiama il vero numero della sua banca, scopre l’amara verità: i bonifici sono stati realmente eseguiti. Sebbene non immediati, i trasferimenti erano già andati a buon fine. «Tutto era calcolato: l’orario, la sequenza, persino il fatto che fosse troppo tardi per intervenire. Al mattino, i soldi erano spariti», conclude amareggiato.
Una truffa orchestrata con metodi sempre più sofisticati, contro cui neppure gli utenti esperti sembrano al sicuro.