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PESCARA. Dopo lo stop imposto martedì scorso dal Tar di Pescara al transito dei bus elettrici sulla strada parco, per l’assenza di collaudi e controlli di sicurezza, arriva un ulteriore stop: il Consiglio di Stato ha respinto ieri la richiesta di sospensione dell’ordinanza presentata da Tua.

«Appare condivisibile», si legge nel decreto del Consiglio di Stato, «l’approccio precauzionale adottato dal Tar, in assenza di un completamento di tutti i controlli di sicurezza da parte dell’autorità competente sul tracciato». La discussione nel merito è fissata per il prossimo 19 giugno. Nel frattempo, i bus elettrici restano in garage e, fino al 3 giugno, non sarà possibile riattivare le linee sospese con l’avvio del servizio sulla strada parco. «Nonostante la complessità delle operazioni di riattivazione», precisa una nota della Tua, «il servizio precedente al 28 aprile sarà ripristinato il 3 giugno».

La decisione del Consiglio di Stato è arrivata al termine di una giornata caratterizzata da forti reazioni politiche. Da un lato il centrodestra, che difende il progetto dei bus elettrici e guarda alla filovia «prevista entro fine anno»; dall’altro, l’opposizione, che parla di «mobilità senza cervello».

Il presidente della Regione, Marco Marsilio (Fratelli d’Italia), rilancia: «La Regione Abruzzo aderisce al ricorso urgente che Tua e Comune di Pescara presenteranno al Consiglio di Stato per ottenere un provvedimento monocratico che sospenda l’ordinanza del Tar». E aggiunge: «Confidiamo che anche stavolta il Consiglio di Stato chiarisca i dubbi sollevati sistematicamente nelle sentenze del Tar. I dati sull’uso del servizio e la risposta positiva dell’utenza ci confortano».

Sulla stessa linea, il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri (Forza Italia), difende il progetto: «La filovia elettrica sull’ex tracciato ferroviario è un’opera giusta. Lo dimostrano i numeri: 5mila passeggeri a settimana, 20mila nel primo mese, con un incremento del 28% rispetto agli autobus tradizionali. Abbiamo intercettato le esigenze di anziani, studenti e lavoratori, riducendo al contempo l’inquinamento». E critica la decisione del Tar: «È spiacevole che si blocchi un servizio pubblico per un pregiudizio, rinviando l’udienza all’anno prossimo e allungando i tempi in modo inaccettabile».

Dall’altra parte, il Comitato "Strada parco Bene comune", promotore del ricorso, esprime soddisfazione. «Marsilio chiedeva una risposta urgente e l’ha ottenuta», commentano il presidente Ivano Angiolelli e il vicepresidente Maurizio Biondi. «Il Consiglio di Stato ha riconosciuto l’approccio precauzionale del Tar, vista l’assenza di controlli completi di sicurezza. Questo ci rende fiduciosi per l’udienza del 19 giugno».

Ma la sospensione del servizio ha lasciato scoperti migliaia di utenti, senza alcun piano alternativo da parte della Tua. «Lavoratori, studenti, anziani e persone con disabilità che utilizzavano la Linea Verde si ritrovano improvvisamente senza alternative», denunciano dal Comitato.

Anche la Filt-Cgil interviene parlando di «gravi disagi», soprattutto per i pendolari provenienti da fuori provincia. Il segretario Di Eugenio sottolinea: «La sospensione della Linea Verde non può tradursi in un vuoto di mobilità, tanto più in un’area densamente popolata e con alta domanda di trasporto. L’interesse dei cittadini è stato evidente sin dai primi giorni».

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