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Ancora una volta, i lavoratori e le lavoratrici degli appalti pubblici delle Asl si mobilitano contro le condizioni di precarietà e salari insufficienti, portando in piazza una nuova protesta organizzata dall’Usb (Unione Sindacale di Base). L’appuntamento è fissato per il 20 giugno, quando i manifestanti si raduneranno sotto l’assessorato regionale alla Sanità in via Conte di Ruvo per chiedere un incontro con l’assessore Nicoletta Verì. L’obiettivo è che la politica regionale faccia sentire la sua voce a Roma, facendo pressione su uno Stato che, secondo l’Usb, è il principale responsabile di condizioni lavorative che sfociano nello sfruttamento.

La protesta locale anticipa uno sciopero nazionale che si terrà il giorno successivo a Roma, il 21 giugno, contro le politiche del governo. "Destinare miliardi di euro per armamenti, mentre i salari continuano a scendere e la sanità pubblica è in difficoltà, è inaccettabile", afferma il sindacato. In particolare, i lavoratori e le lavoratrici dei servizi appaltati nelle strutture ospedaliere, come quelli delle pulizie, della ristorazione e del trasporto pazienti, sono quelli che denunciano con forza la mancanza di un contratto stabile e dignitoso.

“Le condizioni contrattuali in questi settori sono per lo più precarie, con contratti part-time imposti dalle aziende, che non garantiscono alcuna sicurezza economica", continua l’Usb. Nonostante numerosi tentativi di sensibilizzazione, i risultati concreti tardano ad arrivare, e le aziende continuano a gestire appalti milionari affidati dalla Regione Abruzzo senza alcun cambiamento significativo nelle condizioni di lavoro.

"Il paese sta vivendo un’inflazione galoppante che erode il potere d’acquisto, rendendo insostenibile una situazione di lavoro povero e precario", denuncia il sindacato. Tuttavia, in altre regioni, le azioni sindacali hanno portato all’introduzione di un salario minimo nelle procedure di appalto e si sta discutendo l’introduzione di un limite ai contratti part-time imposti dalle aziende.

L’Usb lancia quindi un appello all’assessore regionale affinché prenda posizione sulla questione, in quanto "continuare a ignorare i lavoratori non è più accettabile". Il sindacato chiede l’avvio di un percorso di internazionalizzazione dei servizi, un modello che, secondo l’esperienza di altre regioni, potrebbe portare non solo a miglioramenti nelle condizioni di lavoro, ma anche a un maggiore risparmio per la collettività.
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